S.O.S. PARCO PANZINI

Il grido di allarme lo hanno lanciato alcuni residenti ma della cosa parrebbero essere edotti anche i tanti frequentatori che quotidianamente si recano nell’importante area verde della località.

Fermo restando la torrida stagione che ha messo a dura prova la vegetazione in generale e che pur a settembre inoltrato parrebbe non voler cedere il passo ad un più mite autunno, innumerevoli sono i segnali di disagio da parte di uno spazio alla cui salute la comunità è oltremodo attenta.

Se anche le varietà ad alto fusto hanno risentito dell’estate eccezionale,  sono state in primis le piccole essenze arboree di recente piantumazione e i cespugli della macchia mediterranea a farne le maggiori spese  dato che non poche si sono irrimediabilmente seccate.

Il visitatore che dall’accesso di Via delle Paranze si inoltra per i vialetti a sud non può non notare infatti l’avanzare del secco che già nella seconda metà di agosto aveva mietuto vittime.

La sensazione è che molti piccoli arbusti  dotati di radici superficiali (complice fors’anche il terreno particolarmente sabbioso e permeabile) a causa della carenza d’acqua stiano accusando segnali di sofferenza e solo un tempestivo intervento potrebbe permettere di salvare.

Nel parco urbano fin dalla sua riqualificazione fu contemplata la possibilità di una irrigazione volante posizionando appositi pozzetti in diverse posizioni del terreno dai quali possibile attingere l’acqua con facilità anche a mezzo di comuni gomme da giardino.

Poca sarebbe la spesa qualora si contemplasse di attivare anche il volontariato nella salvaguardia dell’area dotandolo di attrezzature d’emergenza e prevedendo appositi turni nelle giornate più calde.

Non provenendo segnali particolarmente incoraggianti dalla meteorologia, sarebbe auspicabile da subito attivarsi per arginare il problema valutando interventi con gli enti preposti alla cura del verde anche per le prossime annualità qualora la situazione dovrebbe ripresentarsi.

Improcastibile in ogni modo attivarsi da subito perché un’area così ricca di valenze non si ammalori  e debba la collettività farsi carico di ulteriori spese.

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