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Pizzeria "Fontana del Fuoco"

La fontana del fuoco

Le versioni sull’origine sono non ben definite, anche perché i miei fratelli più grandi… allora erano dei bambini. Il primo pozzo è stato fatto da una ditta di Lugo incaricata di rilevare la presenza di metano nel sottosuolo e farne, se del caso, una centrale.

Il lavoro è stato eseguito poco prima della seconda guerra, o meglio, poco prima che dalle nostre parti si sentissero gli effetti della guerra. Infatti un annetto dopo che la ditta aveva fatto il pozzo, dalle nostre parti, ed in particolare nel terreno sabbioso dove ora sorge la Scuola Media, furono piazzate delle batterie inglesi che sparavano contro i tedeschi in ritirata. In quella zona cadde anche qualche granata (tedesca suppongo) ma era tutto deserto, non c’erano case nelle vicinanze.

A questo punto la ditta di Lugo se ne andò lasciando il tubo del pozzo con una copertura. Il metano era stato trovato ma non era consistente per uno sfruttamento energetico. Si può ipotizzare che la sua realizzazione sia avvenuta tra il 1940 e il ’42.

Finita la guerra, mio babbo lo fece sistemare e lo utilizzò per l’irrigazione dei campi coltivati a patate (le patate di Bellaria) e a prodotti orticoli in genere. L’acqua usciva spontaneamente e se ne andava a scolare tramite un fossetto nella fossa della Pasquazza che ora è coperta. Per accumulare acqua sufficiente per l’irrigazione in modo che non andasse sciupata, fece costruire una grande vasca di svariati metri cubi dove pescava la pompa per innaffiare.

Mio babbo quindi faceva l’agricoltore, aveva anche animali da cortile ed allevava qualche maiale soprattutto per uso famigliare. Per questo fece poi saldare sopra il tubo della fontana un treppiede dove metteva a cuocere grossi bidoni di patate che servivano per far da mangiare agli animali.

Dalla fontana fuorusciva acqua freschissima e potabile insieme con una discreta quantità di metano. Avvicinando un fiammifero alla parte superiore della fuoruscita il metano prendeva fuoco e faceva una fiamma alta quasi mezzo metro, per questo fu chiamata “fontana del fuoco”. Tanta gente del posto veniva con bottiglioni e contenitori vari a prendere l’acqua da bere. Il luogo non era recintato e tutti potevano attingere… qualcuno si fregava anche qualche patata!

Con l’andare del tempo l’acqua cessò di fuoruscire naturalmente. Allora si andò in maggiore profondità, venne messa una pompa sommersa che veniva accesa quando era necessario e si fece anche una piccola recinzione attorno che, comunque, qualcuno scavalcava abitualmente per prendere l’acqua.

Nei primi anni ’60 la mia famiglia costruì una pizzeria ristorante, solo estiva, nel nostro terreno più verso la ferrovia e la chiamò “Fontana del Fuoco” da Pablo (era il nomignolo di mio fratello Piero che allora per primo la gestiva).

Per far vedere ai clienti ed ai curiosi in genere la fontanella col fuoco, venne fatta una conduttura coi tubi da irrigazione che dal pozzo originario arrivava alla pizzeria passando lungo il greto della fossa della Pasquazza. Il tubo arrivava fuori dal locale, riversava l’acqua in una vaschetta appositamente costruita e bruciava con stupore degli avventori.

Verso la fine degli anni sessanta il terreno dove c’era il pozzo fu espropriato dal Comune per la realizzazione della Scuola Media che ancora esiste.

Il pozzo venne chiuso e noi, per continuare la tradizione della Fontana del fuoco, ne abbiamo perforato un altro fuori dalla pizzeria, 200 m più giù. Era un’incognita, però ha funzionato. Ancora usciva acqua e metano con l’ausilio della pompa di sollevamento e stavolta la vaschetta l’abbiamo fatto dentro il locale, tra i tavoli.

La Fontana del fuoco ha bruciato fino all’estate del 1992, l’ultima estate di attività dell’omonima pizzeria ristorante. Passando in via Parenzo, nel prato della Scuola Media dove c’è il campo di pallacanestro, vicino alla strada, c’è un grande platano. Lì ebbe origine la Fontana del fuoco.

Marino Campana

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