Forse non tutti sanno che per un breve periodo alla nostra località fu cambiato nome. Fu proprio con un Regio Decreto, a firma del re e del capo del governo, che l’8 ottobre 1940 il nostro quartiere mutò la propria denominazione. Il provvedimento ai giorni nostri potrebbe far sorridere se pensiamo che l’autonomia comunale ere ancora lontana e la stessa Bellaria ancora poco più di una borgata di Rimini ma tant’è. Tra i protagonisti di questa surreale storia troviamo due esponenti noti ai più: GuidoBaldo Valducci, personaggio che qui da noi non ha bisogno di presentazioni e il podestà di Rimini.
Da carte custodite presso l’Archivio di Stato di Rimini apprendiamo come fu proprio il maggiorente locale a sollecitare più volte gli amministratori nella direzione di un rebranding, forse preoccupato delle valenze che sempre più si andavano associando alla frazione. Già in precedenza altri lemmi dal gusto popolaresco o dialettale erano stati cassati dal legislatore come sconvenienti nell’ormai nota campagna di sprovincializzazione del paese. Era toccato alla placida “Scorticata” assumere le più altisonanti vesti di Torriana così come la vicina San Giuliano Mare abbandonava la primitiva e poco accattivante “Barafonda” per inserirsi più sobriamente nel circuito dei luoghi di vacanza.
Cosa avevano fatto i ‘cagnonari’ per irritare al punto i notabili locali? E’ risaputo che la Cagnona ospitasse da tempo animi inquieti; questo a partire da quei braccianti che alternavano la coltura delle aride sabbie alla pesca terriera sulla parte più povera del latifondo e che in diverse occasioni -come durante la Settimana Rossa o sulla scia della Rivoluzione d’Ottobre- si erano mostrati sensibili alla predicazione socialista e pronti all’occorrenza a passare dalle parole ai fatti (la ‘Cagnona bolscevica’). Mentre la miseria imperversava e anche da qui molti imboccavano la strada dell’emigrazione, alcuni dei nostri è verosimile si siano incontrati anche sulle opposte barricate della guerra di Spagna, anticipando le vicende resistenziali.
Quale fu la goccia che fece traboccare il vaso tuttavia non ci è dato saperlo. Dalla corrispondenza intercorsa tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno del 1939 leggiamo di numerose proposte avanzate da promotore dal sapore indubbiamente minimalista come “Belverde” o “L’alberata” che parrebbero però non convincere fino in fondo l’interlocutore riminese. La questione parrebbe trovare il suo epilogo solo a novembre allorché – a Comune peraltro già commissariato- una delibera sancirà il definitivo passaggio da Cagnona a “Tre Ponti” riesumando un antico toponimo precedentemente in uso. “Tre Ponti” connoterà per breve periodo diverse strutture in zona tra cui la vecchia scuola del borgo, la piattaforma di Via Italia e la traversa della località (oggi Viale Fratelli Cervi).
Quale l’accoglienza riservata alla nuova dizione? Viene naturale pensare che la guerra alle porte e gli eventi in arrivo abbiano stornato l’attenzione generale verso ben altre priorità, riducendolo la cosa alla mera formalità. Ripristinata (de jure o de facto?) dopo la liberazione la precedente denominazione, il termine sopravvive ancora per un po’ in alcuni atti pubblici. Lo ritroviamo non a caso ancora nel 1965 nella inaugurazione del nuovo plesso scolastico che conserva ancor oggi questa intitolazione
Christian Corbelli
- Delibera Commissario Prefettizio del 10/11/1939 -Archivio Delibere del Podestà Archivio di Stato di Rimini
- Buste B.07.0165 Archivio di Stato di Rimini>
- Foto: LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA LITORANEA BELLARIA RIMINI in “Rimini- rassegna mensile attivita’ municipale” sett-ott 1933 nr 9-10 presso Biblioteca Gambalunga Rimini
Cagnona.it Associazione culturale