E’ noto come l’abbondante presenza di acqua, in superficie come nel sottosuolo, nel passato fosse elemento fortemente connotativo del nostro paesaggio.
La nutrita presenza di corsi d’acqua, la vicinanza del mare e tutte le problematiche connesse con la gestione della terraferma hanno dato vita ai tratti di una località che trovano riscontro in un ambiente umano e naturale di particole originalità.
Il difficile deflusso dei canali in prossimità di pendenze vicine allo zero, la tendenza all’insabbiamento delle foci dei principali torrenti, la presenza fino ai primi del novecento di zone interessate da paludi e specchi lacustri, per lungo tempo caratterizzarono il formarsi di una comunità che su queste terre prese forma lasciando importanti tracce nel costume e nella cultura dei luoghi
Una geografia di fosse, scoli e canali attraversante oggi il centro abitato in colletta e visibile solo nel forense, sconosciuta ai più, testimonia di una civiltà che anche nell’elemento idrico affonda le proprie radici.
All’indomani delle importanti opere di bonificazione e regimazione delle acque che hanno permesso l’urbanizzazione dei terreni rivieraschi, una dimensione di questo difficile e suggestivo rapporto pare sopravvivere nella necessità di salvaguardia dell’arenile dall’erosione costiera, nei vincoli a tutela delle aree esondabili, nell’esistenza ancor oggi di territori sotto il livello del mare.
In tempi non sospetti fu proprio la rigogliosa vegetazione, l’abbondanza di selvaggina cacciabile, la presenza di acqua potabile emersa dai fontanili ad attrarre, non da ultimo in Cagnona, i primi visitatori. La costruzione della ferrovia e la realizzazione delle prime opere idrauliche ed infrastrutturali furono da richiamo per Bellaria Igea Marina di maestranze, competenze e talenti nella lotta ad una natura spesso indomita e ribelle. L’esigenza di servizi al cittadino quali acquedotti, strade e fontane tra le sollecitazioni che colorarono la dialettica tra la periferia delle borgate marinare e il centro, preannunciando il movimento autonomista.
L’emergenza idrica, l’abbassamento della falda freatica, il fenomeno della subsidenza, la necessità continua di adeguare le reti scolanti al crescente carico antropico, la gestione dell’importante patrimonio verde di cui la zona dispone, sono solo alcune delle incognite che si presentano davanti ad un sito di grande pregio che di questa importante risorsa deve riappropriarsi
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