Prima che le norme anti-COVID imponessero il distanziamento e quelle ambientali la riduzione delle emissioni, di questi giorni nel mondo contadino l’imbrunire coincideva con l’accensione dei fuochi dedicati al mese di marzo oramai alle porte.
Anche nella nostra località è vivo il ricordo dei “lòm a merz“, tradizionali falò accesi nei pressi delle case con gli avanzi delle potature a scacciare simbolicamente l’inverno e dare il benvenuto alla primavera. La ricorrenza, di particolare significato nell’ambiente rurale per leggere presagi e anticipazioni sulla nuova stagione, affidava al fuoco la funzione di allontanare la mala sorte e propiziare i raccolti in un rituale di fecondità dal sapore molto antico.
L’evento, ancor oggi in auge in numerose località della Romagna e non solo, si salda a momenti di festa e convivialità in cui di scena canti e balli del repertorio popolare, assaggi di prodotti eno-gastronomici, rievocazioni folkloriche
Auspichiamo la coltre di inquietudine di questi giorni si possa quanto prima dissipare e tornare presto a celebrare tutti assieme le feste del fuoco.