Leitmotiv

Da tempo immemore l’area che dal bacino del Rubicone  si allarga in direzione della valle del Marecchia costituisce da più parti elemento di fascino e interesse.
La varietà di paesaggi naturali ancora rinvenibili nonostante la crescita urbanistica, la ricchezza idrografica di un suolo e sottosuolo capaci di unicità, la presenza di testimonianze di un passato  che immancabilmente riaffiora contrassegnano un territorio tutt’altro che banale e carico di suggestione.
Nonostante i pregevoli lavori degli ultimi anni circa la memoria dei luoghi molto ancora si è in attesa di conoscere circa aree che, come Cagnona, per la loro posizione  il mutamento ha rilegato a periferie
Situate della geografia urbana lungo i confini, sono per loro natura zone di frontiera, cerniere tra realtà talora diverse, mete di incontro e di transito. Aperte per natura alla  contaminazione, sono luoghi della sperimentazione stilistica, apportatrici di contenuti e sfumature di ineguagliabile ricchezza e curiosità.
Le terre della “bassa”, passaggio obbligato per il nord-est, un tempo cordone dunoso percorso da viandanti e carovane e oggi sede di una fiorente industria turistica, sono terre “rubate”
Strappate nei secoli alle acque ma mai definitivamente affrancate, in costante precario equilibrio, non fosse altro che per l’erosione  costiera, rappresentano un microcosmo umano e naturale dal grande fascino.
Dove più esile lo stacco tra costa ed entroterra ecco insediarsi  piccoli agricoltori, coltivatori di patate e canapa, stagionalmente pescatori di costa,  assieme a braccianti del latifondo.
Temibili contrabbandieri sulla rotta del sale trovavano talora rifugio tra una rigogliosa vegetazione non ignota ai vicini  per l’abbondante cacciagione.
L’arrivo del vapore porterà misantropi visitatori,  artisti e intellettuali poi i primi agiati vacanzieri con servitù al seguito. Villini dalle forme signorili punteggeranno l’arenile brullo e inospitale portandovi nuova luce e colore. Un grande autore nel novecento ne imprimerà  i tratti nei suoi acquarelli.
Il primo turismo è accoglienza, condivisione, messa a disposizione di abilità. L’ospitalità supplice alla carenza di strutture, alla mancanza di servizi, alla distanza del potere.
La sperimentazione, l’inventiva, il desiderio di riscatto sono i motori di una economia diffusa vissuta con grande partecipazione. Frugale e al tempo stesso generosa permette l’affermarsi di quella cultura della vacanza destinata a diventare altrove moda, costume e cartolina.
Lontano dai riflettori e dai percorsi guidati, una dimensione di familiarità resiste tra le piccole vie del borgo, una convivialità che pare ancora respirarsi all’ombra dei viali alberati o portata dalla brezza marina dopo una giornata afosa.

Check Also

Fuoco

Lòm a merz

Prima che le norme anti-COVID imponessero il distanziamento e quelle ambientali la riduzione delle emissioni, …