Villino Rosetti- Imperiale

Emilio Rosetti e la riscoperta della Romagna

Condensare in poche righe la straordinaria esistenza di Emilio Rosetti (Forlimpopoli 1839-Milano 1908) è impresa non facile. A chi si accinge a studiare la poliedrica personalità dell’ingegnere romagnolo e i numerosissimi incarichi assunti in campo internazionale, non può sfuggire come la parola chiave che tutto spiega sia racchiusa nel termine «dinamismo». La multiformità intellettuale e operativa ne fanno un personaggio unico, ma nello stesso tempo facile da banalizzare in definizioni comuni, qualora non si fosse in possesso di dati precisi che permettono, invece, di rimanere ancora più sorpresi di fronte alle sue incredibili performances.

La ventennale avventura in America latina, dopo la laurea alla Scuola di Applicazione per Ingegneri di Torino, ha inizio nel 1865, quando il governo argentino invita il Nostro a dirigere uno dei corsi del Dipartimento di Scienze Esatte, presso l’Università di Buenos Aires. Da quel momento l’escalation è inarrestabile. Al neo-laureato Rosetti vengono via via affidate le più importanti cattedre del Paese in ambito matematico/ingegneristico/architettonico, accompagnate da onorificenze che lo pongono a lungo sull’Olimpo delle personalità più importanti della nazione argentina.

Ma il nome di Emilio Rosetti deve essere collegato a molto altro: al progetto di fattibilità per la ferrovia transandina (Rosetti diventerà così il primo uomo a unire due oceani, l’Atlantico al Pacifico); alla nascita della Sociedad Cientifica Argentina, ideata e fortemente voluta dal Nostro, cuore pulsante di tutta la ricerca scientifica, che registrerà tra i suoi membri uomini del calibro di Sir Charles Darwin. D’altro canto l’ingegnere forlimpopolese sarà fondatore e cofondatore delle più rilevanti istituzioni scientifiche e tecniche (geografiche, paleontologiche, storiche e via dicendo) dell’Argentina, contribuendo in modo decisivo alla rinascita di una nazione, che dopo oltre mezzo secolo di guerre, scontri civili e dittature, necessitava di rifondare le proprie basi su conoscenze e saperi europei.

Rientrato definitivamente in patria nel 1885, divenuto Console d’Argentina e percorsi ormai quasi 500.000 km di avventurosi viaggi, Emilio Rosetti dedicherà i suoi ultimi, proficui, anni agli studi di storia locale. Le ricerche condotte presso archivi, e l’enorme materiale bibliografico raccolto, gli permetteranno di pubblicare numerosi saggi monografici, che anticiperanno e seguiranno il suo capolavoro: La Romagna. Geografia e storia per l’ing. Rosetti, pubblicato per la prima volta nel 1894 da Hoepli e recentemente rieditato dalla «Fondazione Italia Argentina – Emilio Rosetti». Primo testo che definisce in modo plausibile i confini della Romagna, condotto su basi positivistiche e indagini rigorose, sostenuto sempre da un impianto culturale di vasta portata, La Romagna si configura tuttora come testimonianza storica e strumento di conoscenza imprescindibile.

A tale opera la Fondazione intitolata all’illustre romagnolo ha iniziato a dedicare in questo 2016, e dedicherà nei prossimi anni, una serie di convegni, conferenze e pubblicazioni ad hoc per approfondire e sviscerare alcuni dei temi fondamentali, che evidenziano altresì l’assoluta attualità dello scritto più famoso dell’ingegnere Emilio Rosetti.

Chiara Arrighetti -catalogatrice e storica Archivio Rosetti-
www.fondazionerosetti.it

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