Catasto Calindri (stralcio)

CATASTO CALINDRI

Nel febbraio 1990 all’interno di un vasto programma di studi sul territorio ha luogo a Bellaria Igea Marina una mostra organizzata dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione col Circolo “TARPAN” Lega Ambiente avente sede nella nostra frazione, dal titolo “IL CATASTO CALINDRI (1774-1787)”.

La presentazione al pubblico segue un attento e minuzioso lavoro di riproduzione, composizione e unione delle mappe conservate presso l’Archivio di Stato di Rimini realizzato da Marco Campana.

Allo storico Luigi Vendramin è affidata la contestualizzazione storica mentre Davide Canini presenterà una lettura critica dei dati forniti circa erosione, antropizzazione, rischi per l’ambiente.

La mostra propone un itinerario cartografico del territorio di Bellaria Igea Marina” attraverso le mappe del Catasto risalente alla seconda metà del ‘700; l’importante lavoro oltre a permettere una visione del territorio comunale così come si presentava più di 200 anni fa, consente di fare valutazioni su come la natura e, soprattutto l’uomo, abbiano modificato la morfologia.

L’opera perviene a noi con la denominazione di “Catasto Calindri” e riunisce le  complessive 9 mappe di Santa Margherita di Bellaere e di San Martino di Bordonchio che facevano parte del Bargellato di Rimini.

Il geometra Serafino Calindri riceve nel 1762 dalle autorità riminesi l’incarico di provvedere alla misura di tutti i terreni, che formano il contado e il bargellato di Rimini. I rilievi dei terreni e la stesura delle mappe e dei registri furono condotti dal Calindri con l’aiuto del fratello Giovanni mentre le stime del valore catastale degli appezzamenti furono affidate ad altri tecnici incaricati dalla Congregazione dell’Apasso.

Il lavoro si protrae per ben 12 anni fino alla sua entrata in vigore nel 1774 e prende l’avvio proprio dal territorio di Bellaria.

Le due chiese, entro i confini delle rispettive competenze, da una parte e dall’altra del fiume Uso conferivano la denominazione al territorio. Bordonchio, con le sue oltre 4000 tornature, è in assoluto la più vasta località del bargellato che sommata a Bellaere (1890) arriva a circa 1762 ettari.

La minor superficie rispetto all’odierno Comune, che conta oggi circa 1800 ettari, è dovuta in buona parte al più forte vantaggio del mare sulle terre emerse.

Un primo segnale viene dalla Fossa del Re, che sfociava anche allora nel fiume Uso, ma molto più vicino al mare. Ad una attenta analisi risulta evidente che il mare è arretrato dalla antica linea di spiaggia con valori piuttosto significativi: la Torre Saracena è attualmente 170 metri più lontana dal mare e circa 190 la chiesa di San Martino di Bordonchio.”

La mostra prosegue con l’elenco dei proprietari delle particelle catastali e con i valori agrimensori delle rispettive proprietà. I proprietari sono indicati a fianco di ciascuna mappa, in qualche caso all’interno della planimetrica.

Il confronto tra la ricostruzione eseguita e l’aerofotogramma rivela significativi cambiamenti e stimola non poche curiosità.

La “Strada di Ravenna” percorreva l’attuale Via Ferrarin, attraversava il Fiume Uso di fronte alla vecchia Borgata e proseguiva poi sull’attuale Via Romea che ricorda l’antico nome della strada e progressivamente risaliva fino all’odierno tracciato.

La Torre Saracena oggi rinvenibile a stento tra gli edifici appare in tutta evidenza, solido e solitario avamposto sul mare.

La Fossa Vena di Bellaria non proseguiva sull’attuale percorso della Fossa detta “della Pasquazza” bensì deviava bruscamente dopo la Strada di Ravenna verso San Mauro e sfociava nelle sue vicinanze.

Evidenti sono le greppe del mare, antiche già 200 anni fa e che pertanto rimandano a tempi più remoti. Poche le case, sicuramente capanni di terra, quasi tutte lungo i percorsi stradali ad esclusione di quelle posizionate lungo la striscia del mare.

A distanza di anni possiamo dire che il Catasto Calindri continua a rappresentare un documento di inestimabile valore storico per ricostruire i confini della geografia umana, della natura e degli insediamenti della nostra località sul finire dell’età moderna, una fonte di ineguagliabile precisione per chiunque si accinga a compiere studi sul territorio.

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